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Storia di Lissaro

Per quanto riguarda la frazione di Lissaro, il suo toponimo, trae nome dal termine latino ilex, cioè leccio, quercia, compare per la prima volta il 14 marzo 1077, quando i vescovi Benno e Odone inseriscono sotto la protezione regia alcune importanti pievi padovane, tra cui vi era anche quella “de Lixaro”, con terre arative e terre boschive. Delle prime l’8 settembre 1088 il vescovo Milone donò al monastero padovano di S. Pietro “massaricias duas in villa que dicitur Lisario” e delle seconde  il 28 giugno 1157 Manfredo di Abano concesse allo stesso monastero di far legna da ardere “in memoribus meis quae haeo in curte Lixari”.

La pieve di San Giovanni Battista è ricordata il 3 aprile 1288, quando Giovanni di Viacio, chierico della sua chiesa,  fu testimone ad un atto del vescovo di Padova Bernardo. Tra le chiese appartenenti alla pieve di Lissaro, c’era anche quella di S. Michele di Arlesega, San Bartolomeo di Mestrino, S. Giacomo di Ronchi, San Michele di Relda (località di Veggiano) e  il Monastero-Ospizio di S. Maria del Zocco.

La primitiva chiesa parrocchiale fu riedificata prima del 29 agosto 1498, quando il vescovo Pietro Barozzi la consacrò. Poco meno di quattro secoli dopo, ai tempi di Don Rocco Pozza (S. Giacomo di Lusiana 1821 – Lissaro 1887)  la chiesa ormai pericolante fu sostituita con una nuova ad una sola navata, progettata dall’arch. Antonio Diedo, benedetta la prima pietra il 5 agosto 1860, fu decorata nel 1909 da Demetrio d’Alpago e allievi, fu consacrata il 27 agosto 1910. In questi stessi anni fu rinforzato  ed elevato l’antico campanile.

Nel presbiterio la chiesa possiede all'altare maggiore una bella tavola che rappresenta il Battesimo di Gesù, di Gerolamo Tessari detto del Santo (1532), e una grande pala con la Madonna in trono tra santa Giustina, san Pietro, san Paolo e sant'Elena eseguita nel 1545,  attribuita a Stefano dell’Arzere.

 

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